Modena-Palermo: intervista a Maurizio Ciaramitaro, palermitano doc ed ex gialloblu

(foto Campanini-Baracchi)

Chi meglio di un doppio ex per presentare Modena-Palermo? Ecco dunque che per l’occasione abbiamo interpellato Maurizio Ciaramitaro, palermitano doc, che ha giocato all’ombra della Ghirlandina dal gennaio 2011 al gennaio 2013.

Qual è il suo primo ricordo legato a Modena?
All’inizio negativi, perché mi sono rotto il crociato dopo le prime partite. Però ce ne sono molti positivi. Parliamo di una piazza straordinaria, che mi ha dato tanto. Ho molti amici a Modena, e torno spesso a trovarli, visto che sono stato veramente bene in città.

In quella squadra c’erano anche altri giocatori palermitani come lei…
Io e Armando Perna siamo come fratelli, e ho avuto la fortuna di stare in squadra con lui due anni.

Dopo l’infortunio come proseguì l’esperienza a Modena?
Avevo due anni di contratto, e devo dire che la società li ha rispettati, nonostante mi fossi rotto il ginocchio. Per me è stata comunque una bella esperienza. Avevamo una squadra importante, e forse si poteva fare anche meglio. Ci siamo tolti comunque qualche soddisfazione, vincendo belle partite. Modena è una piazza che meriterebbe di stare in A.

Quest’anno le aspettative attorno ai gialli erano alte. Come si sta comportando la squadra?
E’ un buon team, con giocatori importanti come Palumbo, Pedro Mendes e tanti altri. Se Bisoli riuscirà a trovare la giusta amalgama, evitando di alternare troppo i risultati, si potrebbe togliere delle soddisfazioni.

Sabato al Braglia arriverà il Palermo, squadra con cui il Modena ha sempre faticato…
I rosanero sono una formazione dalla doppia faccia. Si esprime meglio in trasferta piuttosto che in casa. Ha meno il pallino del gioco e riesce a sfruttare meglio le caratteristiche dei propri giocatori. E’ sempre una squadra importante, costruita per vincere il campionato. Sta facendo delle prestazioni altalenanti, come quella in casa con la Salernitana. Rimane comunque una seria candidata a vincere il torneo. Ma in B è risaputo che non è facile per nessuno. Il Modena è una squadra rognosa, allenata da un mister che conosce benissimo la categoria. Questo Palermo, dunque, avrà del filo da torcere contro i gialli: il Braglia è uno stadio in cui non è mai facile giocare.

Palumbo sta facendo una stagione incredibile, se lo aspettava?
Antonio è un giocatore con qualità importanti. Se continuerà a fare queste prestazioni potrà andare a giocare in A. Vede bene il gioco, si prende le sue responsabilità. E’ diventato più maturo dai tempi in cui giocavamo insieme al Trapani. Oltre a questo, è anche più continuo, già formato, che può soltanto fare meglio.

Passando ai rosanero, lei è nato e cresciuto a Palermo. Che soddisfazione è stata riuscire ad esordire con quella maglia?
Molto grande. I bambini crescono con questo sogno, di riuscirci prima o poi. Io ho avuto la fortuna di farcela. Quel Palermo, poi, era una squadra di un altro livello, composta da gente come Miccoli, Amauri, Liverani, Simplicio, Bresciano, Barzagli, Zaccardo, Balzaretti e ce ne sarebbero tanti ancora. Per un palermitano giocare per il Palermo è veramente difficile. Non so come mai, ma è quasi sempre stato così. Però sono contento e fiero di aver fatto parte di quella squadra.

Dopo aver concluso la carriera a Trapani è sempre rimasto nel mondo del calcio?
Collaboro con la Unique Sport Italy, un’agenzia di agenti che fa capo alla Unique Sports Group, una società inglese molto grossa che segue diversi giocatori. La sezione in Italia è di Luca Puccinelli, che segue tra gli altri anche Kleis Bozhanaj.

Di cosa si occupa? 
Lavoro a livello di scouting. Cerco di trovare dei ragazzi volenterosi, che hanno bisogno di una mano, e con la mia esperienza, provare a non fargli fare quegli errori che si possono fare da giovani. Adesso è molto difficile, perché la mia era è finita e a volte si guarda troppo all’aspetto materiale. Gli aspetti fondamentali sono i valori e il lavoro, e guardare meno agli esempi negativi che ci sono in giro.

di Mattia Amaduzzi

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