Prime condanne per la rete criminale di pakistani residenti a Carpi che soggiogava, picchiava e sfruttava lavoratori connazionali nella rete della logistica.
L’associazione a delinquere pakistana è quella che si faceva chiamare AK 47 Carpi (il nome di un kalashnikov), e diversi componenti di immortalavano armati fino ai denti sui social, un gruppo spietato. Tutto ruotava intorno allo sfruttamento di corrieri reclutati attraverso una società del vicentino e obbligati a versare gran parte del loro salari nei conti del gruppo criminale. Chi si ribellava veniva punito con violenti pestaggi, accoltellamenti, brutali aggressioni perfino con la sciabola.
Per quei fatti ci sono a processo 34 pakistani. Due di loro, che hanno scelto il rito abbreviato, sono stati condannati a due anni e 8 mesi, con le accuse di associazione a delinquere, minacce e lesioni e violenza privata. Altri due invece hanno patteggiato e sono stati condannati a 8 mesi. Non andranno in carcere, nessuna espulsione. Tutti gli altri sono stati rinviati a giudizio e per loro il processo inizierà il prossimo 25 febbraio.