Il disco della settimana: “The Other Side”, il ritorno al songwriting di T Bone Burnett

T Bone Burnett – “The Other Side”

Joseph Herny Burnett, meglio noto come “T Bone”, è conosciuto al pubblico degli appassionati di musica soprattutto come uno dei produttori più ricercati, che ha vinto un Oscar per la canzone “The Weary Kind”, composta dal texano Ryan Bingham per la colonna sonora di “Crazy Heart” con Jeff Bridges, e che è il responsabile dei suoni di alcuni importanti dischi di musica roots-rock e affini. Sua ad esempio è la produzione di “Raising Sands”, l’album del 2007 della ‘strana coppia’ Robert Plant e Alison Krauss, per il quale ha conquistato un Grammy Award, e tra gli artisti per i quali si è seduto in cabina di regia ci sono anche nomi del calibro di Elton John, Gregg Allman, Natalie Merchant e BB King, solo per citarne alcuni. Se la sua attività di produttore è piuttosto conosciuta, non tutti si ricordano che l’artista di St Louis nasce come musicista, che negli anni ’70 ha collaborato con la Rolling Thunder Revue di Bob Dylan e che ha al suo attivo una discreta serie di album registrati in proprio.

Appassionato di folk, blues e musica tradizionale (fu lui a curare la colonna sonora di “Oh Brother Where Art Thou”, il film dei fratelli Coen, con George Clooney), T Bone Burnett è tornato di recente nelle vesti di cantautore per registrare “The Other Side”, un album proprio dedicato alle scarne sonorità folk, basate su un paio di chitarre e poco altro. E quello che ne è venuto fuori è un disco delizioso, delicato e intimista, con brani che spaziano dal folk-country più classico, al blues, alla ballata scura e notturna, guidati dalla sua voce quasi sussurrata e avvolti in una splendida atmosfera vintage. Ad aiutare “T Bone”, il bravissimo chitarrista slide canadese Colin Linden, il gruppo newyorkese dei Lucius ai cori e Rosanne Cash ad arricchire la brillante “(I’m Gonna Get Over This) Some Day”, uno dei momenti più positivi del disco. Tra le canzoni nella track list segnaliamo anche la delicata “Waiting For You”, “The First Light of Day”, dalle atmosfere crepuscolari, e la conclusiva e fascinosa “Little Darling”. Da ascoltare assolutamente.

di Giovanni Botti

 

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