Il disco della settimana: i Bonny Light Horseman e il loro progetto più ambizioso

Bonny Light Horseman – “Keep Me on Your Mind/See You Free”

I Bonny Light Horseman sono uno dei più interessati progetti musicali degli ultimi anni nell’ambito del folk contemporaneo. Formati da Anais Mitchell, raffinata songwriter del Vermont, dal multistrumentista Eric D. Johnson e dal tessitore di suoni Josh Kaufman, già collaboratore, tra gli altri, dei National, sono depositari di un folk adulto e ricercato che in certi momenti strizza l’occhio all’Irlanda, in altri al sound più tipicamente americano, mescolando il tutto in qualcosa di più personale. Venuti alla ribalta nel 2020 poco prima dell’esplosione della pandemia, hanno pubblicato già tre album, l’ultimo dei quali, uscito qualche settimana fa, è quello più ambizioso. “Keep Me on Your Mind/See You Free” (il titolo non fa altro che mettere insieme la prima e l’ultima canzone), è addirittura doppio e contiene tutte le anime della band.

Registrato in parte in un vecchio pub in Irlanda e in parte nei dintorni di Woodstock, quasi a voler creare un ponte tra le due anime del loro folk, il nuovo lavoro dei BLH, al netto forse di qualche ripetizione, è decisamente bello e ricco di spunti e conferma la qualità artistica del progetto. Ad aiutare Anais Mitchell e compagni ci sono Cameron Ralston al basso, JT Bates alla batteria e, qui e la, Mike Lewis al sax tenore. L’album si apre con la fascinosa “Keep Me on Your Mind”, una ballata nel tipico stile della Mitchell, e prosegue con due splendidi brani folk-pop, “Lover Take it Easy” e “I Know You Know”, dall’atmosfera delicata e intrigante.

Le canzoni poi scorrono una dietro l’altra creando una base omogenea dalla quale emergono alcuni episodi magistrali come la splendida “When I Was Younger”, aperta dal piano e cantata a due voci dalla Mitchell e Johnson. La seconda parte contiene forse qualche episodio più intimista, come la rarefatta “Speak to Me Mouse”, che sembra provenire dal catalogo di Sandy Denny, o la conclusiva e bellissima “See You Free”, ma il disco, pur lungo, non ha veri e propri cedimenti e si ascolta tutto d’un fiato. Da scoprire assolutamente.

di Giovanni Botti

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